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L'amore è come il raffreddore...
...prima o poi si finisce a letto!

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lunedì 12 maggio 2008

GROTTARI o SPELEOLOGI ?!

Venerdì scorso, durante la lezione teorica al CAI, Fricu ci ha intrattenuti per due interessantissime ore spiegandoci le numerose attività di ricerca che vengono portate avanti alla grotta di Rio Martino, in quel di Crissolo. Durante la lezione mi ha colpito la sua frase "la differenza tra andare in grotta e fare speleologia è che lo speleologo, oltre alla pura attività fisica, sportiva, usa il cervello..."
Quella semplice frase, in uno che come me ha fatto della scienza il suo percorso formativo negli ultimi 15 anni non poteva fare altro che accendere una lampadina; lo scoprire quante attivià possano essere portate avanti, e non aspettino altro che qualcuno che abbia voglia e tempo da dedicare loro è stata una vera rivelazione: idrologia, fluidodinamica, microclimatologia, bio-speleologia, geo-datazione chimica,...c'è solo l'imbarazzo della scelta, e le possibilità per fisici, chimici, geologi, biologi, ngegneri o semplici appassionati sono praticamente infinite.
Poi l'altra scoperta: quel Giovanni Badino che compare in buona parte dei racconti e delle avventure speleo è proprio quel Badino che, durante il corso di Fisica I nel lontano 1998, per spiegare il momento angolare, faceva roteare i nostri libretti universitari tirandoli in mezzo all'aula...certo che se non sono pazzi i gruppi speleologici non li prendono, eh? (O sarà una conseguenza delle lunghe permanenze al buio?! ^_^)

Resta il fatto che finalmente, tra venerdì e domenica, ho capito davvero perché ho scelto questo corso: i motivi sono davvero tanti, e mi piacerebbe sapere, tra gli speleo che leggeranno questo blog, qual è stata la spinta per ognuno di voi, quella molla che vi porta a calarvi nella profondità delle montagne, al freddo e immersi nell'acqua e nella melma, per un buon numero di ore?

Innanzitutto gli aspetti più immediati sono l'attività fisica in un'atmosfera salubre, una sana pratica sportiva aerobica, ottima per migliorare la resistenza e l'elasticità di un fisico troppo abituato a pigiare i tasti di un PC, e la possibilità di arrivare, grazie a questa attività, a vedere luoghi, strutture e costruzioni davvero incredibili, scoprendo come l'attività incessante dell'acqua possa portare, a seconda del suo regime di piena o di stillicidio, alla creazione di immensi saloni o alla nascita di vere e proprie sculture di pietra, quei capelli d'angelo, quelle stalattiti e stalagmiti, quelle eccentriche che tutti abbiamo imparato a riconoscere ed apprezzare...
E qui entrano in gioco gli altri aspetti che, credo, possono spingere una persona ad intraprendere questa attività (o almeno quelli che valgono per me).
Penso che l'attività speleologica possa diventare il perfetto paradigma di una ricerca interiore: il voler scavare in profondità, voler scendere giù, negli abissi, mettere alla prova le proprie doti fisiche ma soprattutto i propri nervi, la propria capacità di conservare il sangue freddo e la calma anche in situazioni potenzialmente "inquietanti", rappresentano in un certo senso il voler sviscerare le proprie paure, metterle a nudo e imparare a convivere con esse. Questo è fantastico, e l'ho visto bene o male in tutti noi: chi aveva paura del vuoto l'ha affrontato, ci si è buttato a piè pari ed è riuscito a superare qualunque pozzo...chi era a disagio in strettoia è riuscito bene o male ad uscirne, domando i propri nervi (l'ho notato a mie spese, l'unica volta in cui una strettoia mi ha creato problemi, al Benesì, è stato probabilmente perché la stanchezza e la fretta di voler uscire mi hanno "scombinato" i nervi, e solo quando, grazie ad Armando, sono riuscito a ritrovare la calma, sono potuto ripartire)...
Credo che ognuno di noi possa imparare importanti lezioni, là sotto: ti rendi conto di come sia importante essere davvero "presenti" ad ogni situazione, essere in grado di fermarsi, di rallentare i proprio ritmi, uscire un po' dal forsennato correre a cui ormai siamo abituati nella vita di tutti i giorni. Quando entri in grotta lasci tutto fuori, sei solo tu, la corda, gli attrezzi, e la grotta...totale fiducia in te, ma soprattutto nell'attrezzatura, e nella grotta stessa: capisci che puoi fare ben poco di fronte all'imponenza delle creazioni di una miserrima goccia d'acqua, vedi cosa è stata in grado di fare nell'arco di centinaia di migliaia di anni...e ti fermi, estereffatto ed affascinato, ma anche consapevole di essere ben poco, rispetto a quella potenza...e allora riparti, con un'altro punto di vista sul mondo...
Certo, non è detto che tutti condividano quello che ho scritto: per molti la grotta è un modo per mettersi alla prova fisicamente, senza pensare a null'altro...vi chiedo solo, quando vi capiterà di essere là sotto, di fare un piccolo esperimento, che ieri mi ha aperto gli occhi...
Quando sarete da soli, magari nel bel mezzo di un pozzo, quando davanti a voi saranno lontani e dietro non ci sarà ancora nessuno in vista, provate ad allongiarvi o a bloccarvi con una chiave lungo la parete, spegnete i led e l'acetilene, e ascoltate: prendetevi 5 minuti (non è tanto, fidatevi) per asoltare e per "vedere"...poi mi racconterete (fatelo, davvero). E' una sensazione davvero nuova, ben diversa dallo spegnere la luce in camera vostra: ci si accorge di essere davvero soli, indipendentemente da quanto si è lontani dal gruppo, ci si trova a fare i conti SOLO con se stessi, con il suono del silenzio (vi assicuro che può essere più forte di una fanfara) e con la luce del buio (tenete gli occhi aperti, mi raccomando...)...per me è stato stupendo, anche se ammetto che riaccendere la luce è stato inizialmente un sollievo, ma credo che lo rifarò appena possibile...

Ora la smetto o mi prendete per scemo...aspetto con ansia i vostri commenti...a presto, allora, magari in grotta!
Slàn!

7 commenti:

Andrea ha detto...

Sapessi come ti capisco! Ho capito tutto il tuo discorso senza neanche leggerlo! Bravo e bello, adesso te lo copio e lo ripubblico sulla Scintilena...

Unknown ha detto...

Grazie Andrea!
Da poco mi sono avvicinato a questo mondo, ma mi ha definitivamente catturato!
Spero che prima o poi ci si incontri...per il momento linko subito la Scintilena al mio blog...
Buone grotte!

Andrea ha detto...

Sono anche tornato a rileggerti. Adesso ti aggiungo anch'io ai miei link... Il BUIO!!!! Ma l'hai sentito quanto è potente il silenzio??? E l'hai visto il Buio???? Ho vissuto la stessa tua "strana sensazione" 18 anni fa alla mia prima uscita in grotta, ho sempre provato a ripeterla, ma non ci si riesce quasi più. Dopo un pò di volte che lo fai, il Buio diventa amico, quella dimensione di Niente, di Eterno, diventa familiare...

Anonimo ha detto...

Diventa familiare ma proprio per quello torni a cercarlo.Alle paure iniziali subentra la serenità.Impari a sentire il respiro della grotta e a respirare con lei.Il difficile è far capire all'"esterno" che la grotta non è un ambiente ostile.E da come scrivi sei anche tu un comunicatore(come un certo Andrea).Continua così.
Ciauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuz

Unknown ha detto...

Grazie, ragà...sono commosso!!

Uno dei miei obiettivi nello scrivere (oltre a divertirmi come un cammello ubriaco...^_^)è proprio far conoscere a chi non è "dentro" a certe tematiche la bellezza e la magia di certe "vie nuove", mai provate...vedremo...
Ciao!

Anonimo ha detto...

Complimenti, hai saputo descrivere bene l'immenso vuoto-pieno dell'anima. L'esperimento del rimanere da soli al buio in una grotta, poi, è un'esperienza unica. Si amplifica il battito del tuo cuore così come tutti i sensi. L'odore del buio è quello che veramente non ci si aspetta di percepire mentre, per quanto riguarda il rumore, il buio parla e come dici tu come una fanfara. Bravo, grazie per queste pagine...
Spennacchiotta

fraago ha detto...

ciao liberamente...Premesso che mi sono avvicinata alla disicplina da pochissimo grazie ad un amico e che ho ancora tutto da scoprire....però l'esperienza del buio ho già avuto la fortuna di provarla....veramente emozionante....ma ciò che più mi ha colpito è il concetto di andare in profondità..la voglia di non fermarsi in superficie...ovviamente come metafora da applicare anche e sopratutto nella vita di tutti i giorni...io arrivo dal mondo dell'arrampicata..ma anche il salire "nasconde" di fondo questa voglia di non essere superficiali...quindi questa "ricerca", questa voglia di esplorare in comune tra speleo e arrampicata mi piace....

grazie per la bella riflessione..