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L'amore è come il raffreddore...
...prima o poi si finisce a letto!

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lunedì 21 aprile 2008

20 aprile 2008 - Iniziano le verticali con il Grai...



La giornata preannuncia davvero bene…i nuvoloni che arrivano all’orizzonte durante l’avvicinamento (una piacevole camminata di mezz’oretta, parte su sentiero e parte lungo i pendii della Val Tanaro) ci fanno capire che l’acqua che vedremo (e SUBIREMO…^_^) in grotta non sarà l’unica della giornata…ahinoi…

Arriviamo all’entrata…la grotta del Grai è ben diversa dalla Vene: dopo un breve e semplice percorso dall’ingresso della grotta (e dopo una vestizione decisamente meno imbarazzante delle altre volte! ^_^) ci ritroviamo alle prime prove “verticali” al buio, dopo la palestra della settimana scorsa: un primo tratto dà ben poche preoccupazioni per dei “veterani” come noi…^_^, si tratta di una pendenza non particolarmente impegnativa, anche se un po’ scivolosa (abbiamo già un assaggio del tenore di umidità che ci accompagnerà per le prossime 7-8 ore…), con appigli abbastanza agevoli per i nostri stanchi e intorpiditi arti.

Arrivati su una comoda terrazzetta dobbiamo cimentarci con la vera prova: una ventina di metri (abbondante…quando sono lì sospeso nel vuoto mi sembrano almeno 200-300…ma questa è un’altra storia, si chiama “soggettività delle misure”…^_^) in parte nel vuoto, in parte di passaggio tra una cengia di roccia e il suddetto vuoto (questo passaggio in risalita sarà, almeno per il sottoscritto, una delle parti più impegnative dell’intera giornata…). Dopo questo passaggio il resto è ‘na passeggiata, con un percorso abbastanza comodo, e un ultimo saltino di 5-6 metri che apre la vista (per quanto possibile, dato il buio…) su un enorme salone (70x40 metri, a quanto mi dicono gli esperti), davvero meraviglioso.

A parte l’impegno tecnico-atletico richiesto dai passaggi nel vuoto (e dalla risalita, che temo di dover ancora assorbire per benino…senza la provvidenziale Laura sarei ancora là a cercare di issarmi oltre lo spuntone di roccia, ondeggiando come un salamino...me misero, me tapino…) ciò che più mi rimarrà impresso di questa grotta davvero gradevole saranno soprattutto quelle deviazioni che ci hanno portato, dopo una strettoia facile facile e una scarpinata alquanto scivolosa e fangosa, a scoprire degli scorci molto più che suggestivi, antri costellati di capelli d’angelo (avete presente quegli anticipi di future stalattiti, delicati ed eterei filini cristallizzati? Meravigliosi…) e un’ampia sala concrezionata da togliere il respiro…per non parlare della neo-battezzata “Foresta dei Cazzilli”, ma questa è un’altra storia, vero Silvia?!

Poi, dopo questi assaggi di poesia e imponente delicatezza, il brusco risveglio: la risalita (con la mia preannunciata empasse) e il ritorno alle auto, sotto la pioggia a tratti torrenziali…un’altra tappa si è conclusa, e sono sempre più felice di aver fatto questa scelta…mi farò le mie emerite cassate, faticherò, magari mi renderò ridicolo (a proposito, prima o poi vi spiegherò l’origine del mio nomignolo speleo, “Manu”…ma anche questa è un’altra storia…^_^), ma riuscirò ad entrare in comunione con delle meraviglie naturali davvero impareggiabili, e soprattutto riuscirò a farlo insieme ad un gran bel gruppo di pazzi forsennati…alla prossima!

Slàn!

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