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mercoledì 18 aprile 2007

Un ponte per vivere


L’avete visto il film “Un ponte per Terabithia”?

Beh, vi consiglio decisamente di farlo…è uno di quei film che “fanno bene”, anche se a dispetto di quanto pensavo prima di andare al cinema…è una vera mazzata!! (E’ uno dei film in cui ho pianto di più negli ultimi anni…)

Non voglio rovinarvi la sorpresa…è una storia fantastica, che parla di amicizia, di amore, di dolore, e di FANTASIA….la Fantasia con la “F” maiuscola, quella vera, quella che può insegnare a due bambini a volare, a combattere i mostri, a diventare re e regine…ma anche a perdere un amico senza perdere se stessi, a trovare il proprio posto nel mondo…bella compagna, la Fantasia…già.

Ho trovato questo film davvero sublime, e non esagero…in un mondo frenetico e pragmatico, dove volare con la fantasia significa troppo spesso immaginare di essere in vacanza alle Maldive e non in ufficio, è una bella “botta” fare i conti con il potere della parola, la forza del pensiero e della libertà di due ragazzi capaci di fuggire da tutto, capaci di creare un mondo fantastico intorno a loro.

Guardando questo film mi è sembrato di tornare indietro di 18 anni…non so se l’avete mai fatto, ma spesso giocavo con un mio amico ai “supereroi”: tutto senza muovere un dito…semplicemente ci raccontavamo delle storie, beh, stavamo lì, in piedi uno davanti all’altro, ma per noi quelle storie erano vere davvero, stavamo volando, stavamo viaggiando nel tempo…sarebbe bello continuare a vivere queste avventure anche a 30, 40 anni, non disimparare mai a vivere davvero, magari perché convinti che queste “sono cose da ragazzini”….BALLE!!!

Personalmente non ho mai smesso di fare il “deficiente”…le serate mie e dei miei amici si trasformano molto spesso in una sfilata di idiozie, battute e giochi di parole da quindicenni…beh, non sono affatto d’accordo con chi critica questo “infantilismo”: penso che la capacità di sdrammatizzare, di ridicolizzare le brutture e le storture della vita e di noi stessi, sia l’unico mezzo che abbiamo per non prenderci troppo sul serio…per non invecchiare dentro.

Certo, sento già tutti voi, colti e psicanalitici amici…”Sì, bravo te, la solita sindrome di Peter Pan, che poveretto…”. Certo, questo è un rischio…MA NON NE VALE FORSE LA PENA?

Ditemelo voi…ditemi voi se è meglio vivere “seriamente”, o se si può ridere e scherzare pur sulle cose “grosse”, importanti: io sono fermamente convinto che sia possibile scherzare seriamente, anzi, credo sia la più grande risorsa delle persone intelligenti: certo, è più difficile, e soprattutto è molto difficile riconoscere chi vive la vita con leggerezza, guardandola con occhi disillusi e a volte un po’ cinici…da un emerito IMBECILLE…

…ma questa è la mia opinione…vorrei sapere il vostro parere…vi auguro solo di trovare, presto o tardi, il vostro ponte per Terabithia!

Slàn!

1 commento:

Anonimo ha detto...

domandi, e ci domandi: "è meglio vivere seriamente o si può ridere e scherzare pur sulle cose grosse?”. gran bella domanda... ed io, persona tendenzialmente "seriosa" rispondo che... non si può vivere troppo seriamente, non si può affrontare la vita senza giocare, senza scherzare, non ci si può prendere troppo sul serio... E al tempo stesso ritengo che non si possa ridurre sempre tutto ad uno scherzo.
bene: ho "partorito" un pensiero decisamente ingarbugliato!!
credo che la "via di mezzo" sia la strada migliore: ci sono momenti in cui riuscire a sdrammatizzare è necessario, altri in cui la "riduzione a scherzo" suonerebbe stonata. dipende dalle situazioni, ma soprattutto da chi abbiamo di fronte. ciò che vorremmo non è necessariamente ciò che desidera il nostro interlocutore.
sono stata sufficientemente contorta? (e da questa frase molti capiranno chi sta scrivendo, prima ancora di leggere la firma!!)
non mi piacciono le strade 'unidirezionali', detesto pensare che una situazione possa essere affrontata seguendo un unico percorso... e dunque: o sempre seri o sempre scherzosi.
sono andata fuori tema??